Le Lettere

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LE LETTERE DELL’EREMITA FRANCESCO DI PAOLA

INTRODUZIONE

Per diverso tempo si è ritenuto che Francesco di Paola, in quanto eremita, fosse un analfabeta. In realtà, pur non essendo un letterato, doveva necessariamente possedere un minimo di istruzione. Dalle testimonianze coeve, infatti, emerge che certamente godeva di un’approfondita conoscenza della Sacra Scrittura e che era capace di scrivere e leggere la corrispondenza.

Tra i documenti più controversi di San Francesco di Paola vi sono sicuramente proprio le lettere. Il motivo è che tra quelle che nel corso del tempo presero a circolare, molte risultarono dei testi falsi.

In base agli ultimi studi, pare che siano soltanto quattro gli esemplari originali, e solo un numero ristretto di copie di altre lettere possono essere ritenute autentiche, cioè realmente scritte o dettate da san Francesco.

LETTERA A SIMONE ALIMENA IN COSENZA

Paola, 17 febraro 1446

Molto magnifico e virtuoso Signor mio,

La gratia dello Spirito Santo sia sempre nella vostra benedetta anima santa. Accade che un gentilhuomo napolitano, contatore delli fuochi della Provincia, è venuto a Paola per contare detta Terra et ha cominciato a contare. E’ persona fastidiosissima, senza alcuna discrettione e huomo senza carità e perché dice l’Apostolo santo che dove “non è charità non ci è niente” (Cf 1Cor 13,2).

Signor mio, essendo V.s. tutto pieno della santa carità, la pregamo, una con questa Università, si degni per amor della carità di Dio e del prossimo venire a Paola. Forse, col vostro bon dire e gratioso e grave aspetto, tal huomo si honesterà a far cose più accostevoli alla raggione.

Pregamola molto si degni non manchare alla nostra pia petitione, essendo sua Signoria tutta caritativa per servitio di Giesù Christo benedetto che, certo, non venendo V.S., tal huomo senza raggione e carità saria l’ultima ruina di questa povera Terra et ancora esso prenderiatale auducia, non havendo repugnanza, che certo saria ancora la ruina de tutte le povere altre Terre del nostro paese.

Non dico io che si occultino e fraudino li fuochi alla Maestà del Re, perché saria fraudolenza; ma vorria che la discrittione accompagnata con la pietà e santa carità fosse nelli ministri del Stato Regio, non l’impietà, qual continuamente usano contra povere persone: vidue, pupilli, stroppiati et simili persone miserabili, quali di raggione devono essere absenti d’ogni gravezza.

Guai a chi regge e mal regge.

Guai ai ministri de’ tiranni et alle tirannie.

Guai alli ministri di giustizia che li è ordinato far la giustizia e lor fanno il contrario.

Guai alli impii che di loro è scritto: “Non resurgent impii in iudicio, necque peccatores in concilio iustorum” (Sal 1,5).

O felicissimi huomini giusti, a voi è aperto il paradiso et all’ingiusti l’inferno. O gente benedetta dal magno Dio eletta, intenderassi nel giorno del giudizio suavissima e melliflua voce dicente: “Ite maletti nel fuoco eterno” (Mt 25,41). Tal voce genererà grandissima confusione alle scontentissime anime de’ dannati. O felicissimi “quelli che saranno scritti nel libro della vita” (Ap 21,27).

Viva Giesù Christo benedetto. Goda la santa anima vostra e di ogni altro eletto in virtù del virtuosissimo Signor Giesù Christo.

Non dico altro Signor mio e fratello in Christo Giesù .

Mi raccomando continuamente alle vostre sante orationi, una con questi nostri poverelli frati di penitenza e li restano basando le sue sante elemosinarie mani benedette, una con nostri poverelli frati e lo popolo della Terra di Paola.

Di VS.

Servitore perpetuo et indegno oratore

Lo poverello Frate Francesco di Paola

Minimo delli Minimi

servi di Giesù Christo benedetto (15)

LETTERA AI PROCURATORI DELL’EREMO DI SPEZZANO

(COSENZA) – Tours, 10 Settembre 1486

Nobili e deletti nostri procuratori. – Premissi recumendatione salute e pace in Iesu Christo benedetto. Refirmo gratie ad voi et anchora ad questo venerabile clero, alli officiali et a tutto lo populo in fervore, quale havete usato et continuamente usati opera et dificari questo benedetto loco de la sancta Trinitate.

Nostro Segnore Jesu Christo che e summo remuneratore rendera lo merito de vostri affanni, e guardatevi de omni male, et periculo in qualunque loco anderiti e sterriti. Noi et tutti nostri frati da l’altra parte, benche indigne siamo, sempre pregheremo lo eterno Dio et lo figlio suo Jesu Christo et la gloriosa madre vergine Maria che vi aiuteno et vi indiriczino alla salute de le vostre anime et de lo corpo et vi lassino prospirare de bene in meglio per fine allo fine. Dall’altra parte, citatini nostri fratelli, et devoti, vi prego et exorto quanto posso et basto: siati prudenti et diligenti circa la salute de le vostre anime pensando che havete ad morire, che questa vita e breve e non e altro eccepto uombra che presto presto passa.

Ricordatevi della passione di nostro Signore et Salvatore et pensati quanto fo infinito quello ardore che descendio da celo in terra per salvare ad noi, dove recipio tanti ad fanni et patio fame friddo siti caldo et tutti passioni che patio li homini non recusando alcuna pena per nostro amore, dandone exempio di perfetta patientia et amore che noi altri vogliamo havere patientia in tutte nostri adversitati, che vi succedano comportarle con amore pensando che Jesu Christo nostro signore in havere affanni et tribulatione patio per multi altri. Pregovi anchora lassati tutti li odij et inimititie et amati la pace perchè e più meglio de qual si voglia thesoro possono havere li populi.

Sappiati certo che siamo apresso lo fine del mundo et quello sonno per li nostri peccati che commovino Dio ad ira; et per questo corrigiti per lo advenire et pentitivi de lo passato che Iddio e misericordioso et vi aspetta con li brazca aperti. Sappiate che si nascondimo al mondo non ni potimo nascondere ad ipso Idio et fati vera e fidele confessione, le quale cose observando come veri e fideli cristiani e cossi havimo le beneditione et aiuto delo eterno Jdio et de la sua madre e figlia vergine Maria. Attalche esso Jdio mitiche lo grande suplitio che recipera la povera Italia de la sua malignità. Altro non scrivo eccepto che la pace sia con voi: et per questo populo expecialmente a questo venerabile clero come de supra detto.

Scripta in lo loco di santa Maria de lo patire aput Turone in Franza,

die X septembris MCCCCLXXXVI.

Lo vostro indegno oratore frate Francesco

minimo povero eremita di Paula (18)

LETTERA AL PAPA ALESSANDRO VI

Tours, 1° novembre 1493

Beatissimo et Sanctissimo Padre, poi la deosculatione de li pedi della Sanctita vestra, più dì passati ho Receputo cum summa devotione la bolla de la approbatione de la Religione della Sanctita vestra, la quoale (sic) spero apresso dio essere protectione de la Beatitudine sua et augmento de la Chiesia et salute de le Anime. Però supplico humilmente a quela che li piaqua semper averla per recomandata. Io me faticho a pregare dio, benchè sia peccatore che sia bona pace fra li principi e Signori, vedendo in mia mente più in contrario, se non se li piglia presto alcuno bono Remedio per via di uno bono legato o altro modo, sono certo che Dio habia electo la Sanctita vostra a questa sedia, a interponere ogni bona pace e concordia fra tutti Cristiani, e serano reducti a cognitione de vera fede, intanto che spero che avanti venga la fine dela Sanctita vostra, ne havera grandissima consolazione. Mando etiam fratre Petro mio Religioso alli piedi della Sanctita vostra, a lo quale supplico la Sanctita vostra li vogla dare plena fede e audiencia commo a me medesimo, notificando alla Sanctita vostra che è molto grato per soe virtu a la Serenessima maiesta del Re. Non altro salvo che me vi ricommando ali pedi della Sancita vostra.

Datum Turonis die prima Novembris (1493).

De li pedi de la Sanctita vostra

Devotissimo Servo fratre Francisco De Paula

povvero heremito (20)

PRIMA LETTERA AL PAPA SISTO IV

Tours, 20 giugno 1483

Beatissime pater, humili recomandatione premissa, usque ad devotam deobsculationem pedum Sanctitatis vestre. Ipsa dignata est duo brevia dirigere, unum quo canebatur ut preces effunderem ad Altissimum Dominum nostrum pro sanitate sacre Magestatis filii vestri Christianissi, quod et feci inherendo preceptis Sanctitatis vestre cui continue obedire non desistam, auxliante Altissimo humiliter supplicando Sanctitati vestre ut suam magestatem, que illam ortodoxam fidem pre cetteris viventium reveretur in vestris orationibus participem faciat que multum sibi suffragari possunt. Nam profecto sua magestas Sanctitatem vestram in honorem ipsius multum cordigerit (!) ac fidem pariterque ecclesiam usque ad vicerorum (!) effusionem deffendere cupit, quod ego certus e profecto polliceor. De brevi est applicaturus urbem ad visitandum illam ecclesiam sanctam lateranensem. Et de hijs que in secundo brevi iuncta erant michi non fuit aliqua opportunitas, sed imposterum erit. Sanctitas vestra recomissos habebit illos papueres fratres nostros qui iam ut percepimus ab illis fratribus de araceli multum affliguntur, et eis vitam aufferre conantur contra privilegia a Sancitate vestra nobis concessa. Exspeditionem capitulorum Regule nostre corde habebit Sanctitas vestra, quamquam michi quod plurimum cordi efficitur.

Et Sanctitas vestra de tanto bono nobis impenso infinitas irremunerationes (!) ab altissimo Christo, qui omnium est remunaretor, obtinebit, cui humiliter supplico ut statum prosperum, sanitatem vitamque felicem longeve peragat.

Ex Montillis prope Turonis duodecima Kalendis (!) Julij (1483).

Perhumilem oratorem Sanctitatis vestre Franciscum De Paula

ordinis heremitarum professor (16)

SECONDA LETTERA AL PAPA SISTO IV

Tours, 20 Aprile 1484

Beatissime Pater, post humiles comentationes usque ad pedum oscula beatorum: più zorni passati scripse ad vostra Sanctita de le occurentie in queste parte de Franzia: Al presentmando a li pedi de quella frate Baldasare mio Compagno, lo quale dira a boha alcune cosse le quale sono state tractate contra vostra Sanctita e la Sede Apostolica in queste tre stati tenuti qua, a Turse, et la diligentia che io ho usato cum la Maiesta del Re di Franzia et suo Conseglo et la conclusione havuta da loro, et alcune altre cosse secrete, secundo dira ad vostra Sanctita lo dicto fratre Baldasare: a lo quale se digne vostra Sanctita darli piena fede in tuto quello dira a bocha a vostra Sanctita. Quam Altissimus feliciter et longeve ad vota conservare dignetur: cuius Pedibus me iterum commendatum facio.

Ex Monticulis XX Aprilis 1484

Ejusdem Sanctitatis vestrae

Humilis Servus et ad Deum Orator

Fr. Franciscus De Paula pauper et minimus heremita (17)

LETTERA ALLE GIOVANI CHE VIVONO IN CASA

DEL CONTE PIETRO DI LUCENA OLID

Tours, 25 GENNAIO 1489

Mie sorelle, io resto consolato più di quello si può dire di intendere quanto havete a caro la vostra vocatione per la lettera del nostro buon padre, il Signor Pietro di Lucena, quello solo vi può santificare e fare che molte anime siano sante imitando la vostra vita esemplare.

Il nostro buon Fondatore vi dirà l’ordine che l’ho dato per l’instruttione delle zitelle e le preghiere che desidero che facciate giornalmente per la pace e concordia de’ principi christiani, la quale è tanto necessaria per tutti che, se Dio quanto prima non ci riguarda con gli occhi della sua santa misericordia, corriamo fortuna di vedere grandi miserie.

Pregate, dunque, Dio instantemente per questo soggetto.

O che la pace è una santa mercantia, quale merita di esser comprata assai ben cara.

Lavorate di continuo anco al vostro interiore, acciò che rendendovi grate a Dio, otteniate da lui ciò che domanderete.

Domandateli la sanità spirituale e corporale per il nostro buon Fondatore e ricordatevi nelle vostre preghiere del Vostro povero fratello Frate Francesco di Paola

Minimo delli Minimi servi di Giesù Christo benedetto (19)